La prostata è una piccola ghiandola facente parte del sistema riproduttivo dell’uomo. Tra le sue funzioni vi è quella di produrre il PSA: una proteina – o meglio un enzima – capace di fluidificare il liquido seminale, una volta eiaculato, consentendo agli spermatozoi una maggiore motilità.
Il PSA è prodotto esclusivamente dalla prostata ed è possibile riscontrarlo nel sangue sia in una forma libera (PSA free) che in una forma legata all’albumina (la principale proteina di trasporto presente nel sangue).
Si parla di PSA totale quando si considera la somma di queste due componenti.
I valori di riferimento
PSA totale: < 4 ng/ml
ratio PSA free/ PSA tot: > 15
Quando effettuare il test?
Le linee guida internazionali raccomandano l’esecuzione del test del PSA a tuti gli uomini di età superiore ai 50 anni, ma dal momento che esistono delle forme precoci di tumore (circa il 20%) che possono svilupparsi prima dei 50 anni è consigliabile già a partire dai 40 anni conoscere il proprio livello di base di PSA, per poter meglio apprezzare eventuali aumenti sospetti (che si discostano dal proprio valore abituale).
Altre condizioni che rappresentano un valido motivo per anticiparne l’esecuzione:
un’eventuale famigliarità allo sviluppo di cancro alla prostata
minzione frequente o dolorosa (escludendo come causa eventuali cistiti o uretriti) e dolore pelvico o lombare.
Oppure, qualora sia già stato diagnosticato un cancro alla prostata
per il monitoraggio della terapia
Perchè effettuare il test?
Il test viene effettuato in quanto rappresenta un importante strumento di valutazione del benessere della prostata.
In condizioni normali questa ghiandola ha le dimensioni di una noce, ma con il passare degli anni o a causa di alcune patologie può ingrossarsi fino a dare disturbi soprattutto di tipo urinario. Ad influenzarne la crescita è l’azione degli ormoni, come il testosterone [link], a cui è molto sensibile.
Un certo aumento del volume prostatico (ipertrofia) è fisiologico con l’avanzare dell’età ma deve essere correlato ad un valore di PSA che non desti preoccupazione (valori intorno a 4 ng/ml di PSA totale). Diversamente possono essere diversi i quadri patologici a carico della ghiandola, tra cui il cancro.
Il cancro della prostata è uno dei tumori più diffusi nella popolazione maschile e rappresenta circa il 20 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo: le stime, relative all’anno 2017, parlano di 34.800 nuovi casi l’anno in Italia, ma il rischio che la malattia abbia un esito infausto è basso, soprattutto se si interviene in tempo (dati AIRC – Link).
Il test del PSA si può definire un test di screening poiché ha lo scopo di individuare una malattia o i suoi precursori (cioè quelle anomalie da cui la malattia si sviluppa) prima che si manifesti attraverso sintomi o segni – individuando la patologia nei suoi stadi più precoci, quando nella maggior parte dei casi si può trattare con efficacia.
In caso di positività accertare la causa di tale risultato portando quindi il paziente a sottoporsi ad eventuali altri test su sangue più specifici (es. PSA free, 2-Pro PSA o PHI, ecc.) o, in ultima istanza, alla biopsia prostatica.
Come si esegue?
Il test viene effettuato su un campione di sangue venoso prelevato dal braccio.
Richiede una preparazione particolare?
Non è strettamente necessario il digiuno.
Si raccomanda, affinché il dato sia attendibile, di attenersi dallo svolgere attività che possano causare un danno o un’eccessiva sollecitazione della ghiandola prostatica, nelle 48 ore precedenti al prelievo.
attività sportive quali il ciclismo, l’equitazione o il motociclismo;
rapporti sessuali;
indagini mediche invasive: es. esplorazione rettale digitale
Quali sono i valori di riferimento?
Una certa quantità di PSA è fisiologicamente presente nel sangue ma può aumentare in corso di diverse condizioni più o meno patologiche. La concentrazione viene valutata in ng/ml, ossia nanogrammi (1 ng = 1 miliardesimo di grammo) su millilitro di sangue. Valori al di sotto di 4,0 ng/ml sono da considerarsi ottimali.
Spesso si consiglia la valutazione anche di quella frazione di PSA non legato a proteine di trasporto e, per questo motivo, definito PSA libero (o PSA free). In questo modo è possibile calcolare il rapporto (ratio) tra PSA libero e totale: un migliore indicatore poiché consente la discriminazione fra tumore prostatico ed ipertrofia benigna. Il valore soglia è 15: i valori maggiori di 15 sono poco rischiosi, per valori inferiori invece il rischio aumenta.
Come vanno interpretati i risultati?
Livelli elevati di PSA possono essere indicativi di cancro alla prostata. Ma, attenzione, possono anche essere imputabili a condizioni non maligne come un’infezione prostatica (trattabile con terapia antibiotica) o un’iperplasia prostatica benigna (un ingrossamento non tumorale della ghiandola).
Il valore di PSA va valutato tenendo conto dello stato di salute complessivo della persona. In caso di valori elevati di PSA è quindi raccomandabile accertarne la causa: il medico curante/specialista potrebbe richiedere, a tal scopo, ulteriori test su sangue (testosterone plasmatico e testosterone libero) o indagini come l’esplorazione rettale digitale e/o la biopsia prostatica.
Per maggiori informazioni sul test del PSA siamo a Vostra disposizione.
Disclaimer: I contenuti di questo articolo hanno esclusivamente scopo informativo. Le informazioni ivi contenute non intendono in alcun modo formulare diagnosi o sostituire il lavoro del professionista. Consigliamo di contattare il proprio medico di fiducia.